Ieri si è tenuto un incontro di confronto dedicato a “Quale futuro per gli impianti al servizio degli edifici”, focalizzato sulle nuove direttive europee in materia di efficienza energetica. Il convegno ha visto la partecipazione di imprese, esperti del settore e professionisti, tutti riuniti per discutere l’impatto della Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) e le sfide future. “Transizione energetica, tecnologie innovative, sfide richieste dall’Europa e dai cambiamenti climatici: dobbiamo essere pronti per sfruttare le opportunità e reagire alle difficoltà. Ma serve un impegno della politica per favorire le imprese e anche i cittadini”, così il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini.
Il convegno è stato introdotto e coordinato da Diego Prati, Responsabile nazionale CNA Installazione Impianti. Diversi esperti hanno preso la parola, offrendo una panoramica completa sulle sfide e le opportunità legate alla Direttiva EPBD.
Interventi:
- Barbara Gatto, Responsabile nazionale CNA Dipartimento Politiche Ambientali, ha illustrato il quadro legislativo, evidenziando i punti salienti della Direttiva.
- Marco Borgarello, Capogruppo Efficienza Energetica presso RSE, ha discusso le sfide legate alla transizione energetica, presentando scenari e opportunità per il futuro.
- Federico Musazzi, rappresentante di ANIMA, ha approfondito le tecnologie a servizio delle imprese, sottolineando l’importanza dell’innovazione tecnologica.
La direttiva EPBD: tra dubbi e obiettivi ambiziosi
Con l’approvazione della nuova Direttiva EPBD, l’Europa ci spinge verso edifici sempre più sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico. L’obiettivo principale è ambizioso: azzerare le emissioni attraverso misure tempestive ed efficaci. La direttiva richiede a ogni Stato membro di adottare un piano nazionale per ridurre progressivamente il consumo di energia degli edifici residenziali, con l’obiettivo di un taglio del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035. Entro il 2050, il parco residenziale dovrà essere a zero emissioni.
“Le tecnologie, sempre in continuo aggiornamento, sono fondamentali per migliorare gli impianti degli edifici e renderli più efficienti dal punto di vista energetico – ha sottolineato il presidente Cavini – Le normative che impongono la transizione energetica richiedono personale adeguatamente formato, con competenze specifiche per affrontare le sfide di questo cambiamento. È necessaria la creazione di percorsi formativi dedicati per sviluppare le competenze richieste. Ancora una volta la chiave del vero cambiamento sono le persone. Ma non solo: è essenziale disporre di un sistema del credito performante con tassi di interesse inferiori. Ridurre i costi per le famiglie è cruciale per incentivare gli interventi di ristrutturazione e l’adozione di tecnologie più sostenibili”.
In Italia, il panorama edilizio presenta circa 12 milioni di edifici residenziali, un numero che richiederà uno sforzo significativo per migliorare l’efficienza energetica. Circa 5 milioni di edifici, infatti, sono caratterizzati da prestazioni energetiche molto basse e necessitano di interventi di ristrutturazione significativi entro il 2030. Le domande principali che si pongono riguardano quali impianti saranno al servizio degli edifici nel prossimo futuro e come affrontare al meglio questa transizione.