Senza Variante PIAE, cava ed impianto verso la chiusura: 150 posti di lavoro e 50 aziende dell’indotto a rischio

5L’autorizzazione alla coltivazione del Polo Unico Regionale del Gesso, al confine tra Casola Valsenio e Riolo Terme, è in scadenza e fra pochi anni termineranno i quantitativi autorizzati nel 2001, con il rischio concreto di una progressiva e rapida chiusura dell’impianto che produce cartongesso. La proprietà è disponibile ad investire per migliorare e rimodernare l’impianto ma ha bisogno di certezze sul rinnovo delle autorizzazioni; all’opposto la posizione più ambientalista che sostiene che bisogna fermare l’escavo della cava e riconvertire l’area a vocazione turistico-ambientale.

Come Associazione stiamo monitorando da tempo la situazione e prodotto osservazioni congiunte con tutte le associazioni di categoria; riteniamo infatti prioritario coniugare lo sviluppo economico, sociale, occupazionale con la tutela dell’ambiente e la sostenibilità, in coerenza con il “patto per il lavoro e per il clima”. L’indotto occupazionale ed economico derivante dal Polo Estrattivo è molto rilevante per l’intera vallata, l’impianto da solo impiega circa 90 dipendenti (di cui l’80% è di Casola), con un fatturato di oltre 58 milioni di euro, ed un indotto di circa 50 aziende con circa 150 addetti. Gli effetti socio-economici della chiusura del polo estrattivo sarebbero certamente gravi e produrrebbero un serio impoverimento del territorio e un progressivo spopolamento del territorio circostante. Attualmente le alterative economiche paventate parlano genericamente di opportunità turistiche che certo possono dare un contributo positivo addizionale ma non sostitutivo. Come CNA siamo consapevoli che la cava non è infinita, serve quindi una transizione ecologica intelligente e graduale – che possa accompagnare l’unico polo estrattivo di gesso della Regione, verso un’economia circolare basata sul recupero del gesso, aiutata dal crescente sviluppo tecnologico e dei materiali edili, andando gradualmente a ridurre l’utilizzo del gesso da cava, in favore di quello di recupero.  È quindi fondamentale – per garantire tali prospettive d’investimento e di salvaguardia dell’attuale scenario economico e sociale – che si continuino le attività estrattive della cava, le compensazioni ed il ripristino ambientale delle aree dismesse.  Si dovrebbe quindi redigere un piano di sviluppo strategico pluriennale della vallata che possa assumere già da ora azioni ed investimenti pubblici e privati che possano dare prospettive serie e concretizzabili per il futuro, quando la cava dovrà per forza di cose terminare la sua capacità estrattiva in favore di un sistema produttivo legato all’economia circolare ed al recupero.