Da tempo si chiede la riforma della legge

 

Il parlamento italiano ha ricominciato a discutere della necessaria riforma della legge 1/90 che sovrintende le attività legate all’estetica: una buona legge, anticipatoria di tendenze poi diventate realtà, ma che oggi – con le innovazioni avvenute nella società, nella tecnica e nel modo di lavorare – appare datata.

È finalmente all’esame della Commissione Attività Produttive e Affari Sociali della Camera dei Deputati la Proposta di Legge n.711 presentata dall’on. Moretto. CNA avvierà presto una campagna di discussione nel mondo dell’estetica, affinché la proposta rappresenti al 100% il settore e possa, sulla base di questa spinta, ottenere almeno una prima approvazione in Commissione.

Il PDL mira alla definizione di un quadro normativo unitario per l’attività di estetica anche alla luce di nuove figure professionali del settore esistenti ma che, sino ad oggi, risultano prive di una specifica tutela uniforme sul territorio nazionale, perché oggetto di specifiche regionali differenti nei vari territori.

Si parte dal fatto che l’attività di estetica comprende non solo tutte le prestazioni e i trattamenti eseguiti sulla superficie del corpo umano, ma anche gli annessi cutanei e che lo scopo dell’attività è il mantenimento del corpo umano in perfette condizioni, il miglioramento dell’aspetto estetico, attraverso l’eliminazione o l’attenuazione degli inestetismi presenti, al fine di concorrere al mantenimento e al recupero del benessere psico fisico della persona. Per questo, tra le tecniche adoperate, viene inserito anche il massaggio.

Ma soprattutto si entra finalmente nel merito delle varie discipline collegate: tatuaggio, piercing, onicotecnica, trucco, ecc. istituendo percorsi professionalizzanti regionali che garantiscano – come numero di ore e qualità dell’intervento formativo – un vero percorso professionale, concluso da un esame teorico-pratico che dia certezza agli operatori e ai clienti.

Rimangono aperte molte altre questioni che nei prossimi mesi approfondiremo dibattendone con tutta la categoria: dalla possibilità di assenza temporanea del responsabile tecnico, alla differenziazione tra abilitazione e qualifica; dalle nuove materie di studio necessarie nelle “scuole”, alla maggiore attenzione verso aspetti collegati alla sicurezza sanitaria.

Oltre a tutto ciò si discuterà anche di una migliore definizione degli affitti di cabina, dei co-working e dei pochi lavori a domicilio consentibili.

È davvero arrivato il momento di tornare a progettare questo mestiere, partendo dall’esperienza decisiva degli artigiani dell’estetica.