Nei prossimi giorni, con l’arrivo di un nuovo DPCM si deciderà il futuro e la possibilità di riapertura di tante imprese artigiane (estetica, acconciatura, centri benessere, palestre, ecc.). Queste imprese sono pronte a rispettare – come hanno sempre fatto in passato – protocolli severi di sicurezza per dare il proprio contributo al contenimento del virus e alla fine della pandemia.

Queste stesse imprese – e i lavoratori e la filiera collegata – rischiano di non risollevarsi più se non possono ricominciare a lavorare; questa chiusura prolungata sta dando fiato a fenomeni deteriori di abusivismo e irregolarità, oggi in grande e incontrollata crescita, che invece rischiano di allargare il contagio e far partire una pericolosa guerra tra poveri.

Per questo chiediamo al Governo e alle Istituzioni Locali e Nazionali di:

  • permettere la riapertura delle attività dei servizi alla persona anche in zona rossa, attraverso l’applicazione rigida dei protocolli esistenti o di nuovi protocolli, anche attraverso l’attivazione di maggiori controlli per incentivare il lavoro regolare.
  • riconoscere ai cittadini la possibilità di compiere spostamenti tra comuni, naturalmente solo su appuntamento, per raggiungere le attività artigiane dei servizi alla persona e alla comunità, qualunque sia la colorazione della zona.

La CNA chiede che queste imprese possano continuare a lavorare, in qualsiasi zona ci si trovi, garantendo al 100% la sicurezza di tutti (clienti, personale dipendente, imprenditori) e nella consapevolezza che tenere queste strutture aperte porta un vantaggio a tutta la collettività: meno possibilità per gli abusivi, meno contagi, meno ristori da fornire, meno ricorso agli ammortizzatori sociali.

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