Necessario fare ordine nella regolamentazione dell’attività

 

Sono stati 18 mesi terribili per le guide: due intere stagioni perse e una grande difficoltà a ripartire ancora oggi; in più, come se non bastasse, il riemergere di vecchi problemi e di una miriade di difficoltà interpretative che mettono a rischio il lavoro di tanti professionisti.

Da sempre esiste una certa confusione normativa che, con la scusa di una totale liberalizzazione nell’ambito UE, in realtà ha dato libero sfogo a forme a dirette o indirette di abusivismo: sia nella maniera più classica (persone non abilitate che svolgono la professione) che in quella più subdola (persone abilitate in altre regioni o all’estero, generalmente senza una reale conoscenza dei luoghi proposti).

In un recente incontro parlamentare, relativo alla necessità di riordinare la “disciplina della professione di guida turistica”, CNA Turismo e Commercio ha presentato un vero e proprio dossier, raccolto anche qui nella nostra realtà ravennate, e ha cercato di fare proposte concrete per eliminare le storture oggi esistenti.

Richiediamo, quindi, che l’abilitazione alla professione possa avvenire soltanto per mezzo di esami promossi o validati dal nostro Paese, fornendo a tutte le regioni criteri uniformi per un’adeguata qualificazione dei corsi. Questo vuol dire che devono essere definiti meglio i requisiti di accesso e partecipazione all’esame, definendo con più chiarezza le materie, comprese quelle linguistiche e tecniche, in base allo standard europeo sulla formazione minima richiesta alle guide turistiche operanti nei Paesi membri dell’Unione europea approvato dal Comitato europeo di normalizzazione (CEN).

Ovviamente deve essere possibile ottenere un’abilitazione ad altri ambiti territoriali di specializzazione – oltre a quello regionale – ma a condizione di frequentare un corso di formazione specifico nell’area indicata o di superare un esame di verifica delle conoscenze acquisite, da parte delle guide turistiche già abilitate in altri ambiti provinciali o regionali del territorio italiano.

Proponiamo altresì l’istituzione di un elenco nazionale delle guide turistiche dove risultino iscritti i soggetti che hanno superato l’esame di abilitazione e dove sia indicato l’ambito territoriale di specializzazione, cioè il luogo in cui si intende svolgere l’attività e ogni eventuale estensione di tale ambito. A tale elenco risulterebbero automaticamente iscritte le guide turistiche già regolarmente e attualmente abilitate all’esercizio della professione. L’abilitazione conseguita unitamente all’esperienza fin qui maturata potrebbe costituire, per quest’ultimi soggetti, equiparazione dei titoli.

Con la stessa logica, la regolamentazione dell’attività delle guide turistiche abilitate in un altro stato membro UE dovrebbe poter avvenire solo previo riconoscimento del titolo conseguito a seguito di integrazione della formazione professionale specifica per il sito o area tematica presso il quale si intende svolgere occasionalmente l’esercizio all’interno del territorio italiano.