In Italia e in Europa si continua ad affrontare la pandemia tenendo in considerazione tre aspetti dell’emergenza – sanitaria, economica e sociale – come se fossero capitoli da gestire con strumenti e tempi distinti, negandone l’intreccio profondo che hanno sempre mostrato in tutte le fasi della crisi. Senza estirpare il virus non ci sarà ritorno alla normalità nella vita quotidiana delle persone e il ciclo economico non potrà ripartire. Accelerare la somministrazione dei vaccini è la condizione base per sconfiggere il nemico invisibile e guardare al prossimo futuro con sollievo ed ottimismo.

La CNA ha evidenziato in ogni occasione che l’arrivo dei vaccini doveva rappresentare le fondamenta sulle quali orientare le priorità e modulare le strategie.  I numeri ci dicono che le campagne di vaccinazioni efficaci sono l’unica potente arma contro il virus: in Europa e in Italia è ancora alta la curva dei contagi, fa eccezione la Gran Bretagna che l’ha abbassata notevolmente proprio grazie ai vaccini. A dimostrazione di ciò, ancor più evidente è la differenza con gli Stati Uniti.

Il netto miglioramento della situazione sanitaria si riflette rapidamente su quella economica. Le ultime previsioni dell’OCSE certificano un rafforzamento dei trend di crescita del pianeta rispetto alle proiezioni del dicembre scorso. Il PIL globale nel 2021 aumenterà al ritmo del 5,6% rispetto al 4,2% precedente. L’accelerazione tuttavia non è omogenea a livello geografico. Le migliori performance riguardano infatti quei paesi che hanno premuto sull’acceleratore delle campagne vaccinali, accompagnate da robuste politiche di stimolo fiscale. L’asimmetria tra Stati Uniti-Gran Bretagna e i paesi dell’Unione Europea è emblematica. L’OCSE ha rivisto al rialzo il PIL americano nel 2021 dal 3,2% al 6,5%, quello dell’area euro dal 3,6% al 3,9%. La modesta accelerazione è l’effetto dei ritmi blandi della campagna vaccinale europea, ma l’indispensabile cambio di passo deve, ancora, fare i conti con le forniture e la costruzione di un efficace sistema di distribuzione.

C’è un altro aspetto importante che va evidenziato: la scarsa reattività dimostrata dall’Italia e da gran parte dell’Europa a reindirizzare con tempestività il sistema manifatturiero verso prodotti e servizi ad elevata complessità (vaccini, reagenti, kit per i tamponi). Autorevoli studi economici mostrano che la tipologia di beni prodotti incide in modo rilevante sulle capacità di innovazione e di crescita dei Paesi e questa è la strada da imboccare immediatamente per delineare i nuovi percorsi di sviluppo economico e sociale.