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PNRR e Recovery Plan

L’Italia pronta a ripartire

 

“Sbaglieremmo tutti a pensare che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sia solo un insieme di progetti, di numeri, obiettivi e scadenze. Nell’insieme dei programmi c’è anche e soprattutto il destino del Paese”, così ha dichiarato il Presidente del Consiglio Mario Draghi alle Camere presentando il Recovery Plan.

Nel complesso il Piano vale 248 miliardi. Cifra riferita però al complesso dei progetti e non, in senso stretto, a quelli previsti dal Next Generation EU, che hanno un orizzonte temporale al 2026. Esaminando più nel dettaglio a questi ultimi le risorse ammontano a 235,6 miliardi, dei quali 191,5 sono destinati al Recovery and Resilience Facility (RFF), 30,6 dal Fondo complementare e 13,5 del programma React-EU. I 191,5 miliardi del RFF si dividono in 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti. Ma come è strutturato il Recovery Plan? Il Piano è articolato in 6 macro-missioni e considerando esclusivamente le risorse previste per il RFF è stato così suddiviso:

Per garantire il successo del Recovery Plan occorre il contributo di tutti nel rispetto dei ruoli e delle prerogative e riteniamo, come CNA, che sia opportuno un coinvolgimento straordinario delle parti sociali che dovranno essere chiamate a collaborare attivamente ai processi di implementazione e di sviluppo del Piano. Per questo reputiamo fondamentale la nostra la proposta di istituire una Cabina di Regia permanente per coinvolgere le migliori energie del Paese, una sede di confronto imprescindibile per connettere i progetti e gli investimenti al mondo produttivo.

Gli artigiani e le piccole imprese possono svolgere un ruolo fondamentale per il rilancio del Paese e in tale prospettiva riteniamo strategiche le scelte di dare continuità al Piano di Transizione 4.0 e di potenziare e prorogare il Superbonus 110%. Riteniamo, inoltre, indispensabile imprimere una radicale discontinuità nella capacità di programmare e realizzare le riforme e gli investimenti per modernizzare l’Italia e rafforzare il suo potenziale di crescita. In quest’ottica, risulterà decisiva la concentrazione delle risorse in progetti infrastrutturali destinati a migliorare in maniera permanente l’efficienza e la competitività del sistema Paese. Determinante, a tal fine, sarà la semplificazione della normativa sulle opere pubbliche, l’efficientamento della gestione amministrativa e la riforma della pubblica amministrazione. Per riavviare concretamente e velocemente il motore dell’economia occorre anche una puntuale programmazione delle riaperture, correlata al miglioramento del quadro epidemiologico e alla distribuzione dei vaccini che potrà consentire ad artigiani e piccole imprese di riprendere rapidamente e in piena sicurezza le loro attività. Risulta pertanto fondamentale che nel prossimo Decreto Sostegni bis sia previsto il rafforzamento degli aiuti agli autonomi e alle imprese più impattate dalle chiusure. Vanno rivisti i criteri di assegnazione delle risorse e va evitata la riproposizione di una soglia di sbarramento per la fruizione degli stessi. Auspichiamo, infine, contributi sulle spese fisse (affitti, rate di leasing, ecc.) e l’annullamento delle tasse scollegate dal reddito (IMU, TARI, TOSAP, canone TV).

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