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Quale futuro per la sanità pubblica? L’assemblea regionale di CNA Pensionati

Quale futuro per la sanità pubblica? L’assemblea regionale di CNA Pensionati

L’assemblea regionale organizzata da CNA Pensionati, giovedì 16 novembre a Bologna, ha offerto uno sguardo approfondito sul futuro della sanità pubblica. Tra gli ospiti, anche l’assessore regionale per la Sanità dell’Emilia-Romagna, Raffaele Donini, che ha discusso temi chiave, portando alla luce diverse questioni cruciali per il nostro Servizio sanitario nazionale. Mentre l’Italia, infatti, è sempre meno un Paese per giovani e l’età media avanza, si cerca di capire in quale direzione andranno i servizi e la sanità pubblica, quali strategie sarà necessario mettere in campo in modo che il livello si alzi e le cure siano sempre più accessibili ed efficaci. A discutere del tema, oltre all’assessore regionale Donini, anche il presidente di CNA Pensionati dell’Emilia-Romagna, Salvatore Cavini, e il presidente regionale di CNA, Paolo Cavini.

In risposta all’approvazione della seconda rata del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), Donini ha sollevato il problema delle risorse limitate destinate alla sanità: su 200 miliardi di euro, solo il 10% è diretto al settore sanitario, una cifra che l’assessore considera insufficiente. «È necessario riportare il finanziamento del Ssn al 7,5% del Pil: significa mettere quattro miliardi in più, risorse che sono indispensabili! È anche necessario – chiarisce l’assessore alla Salute dell’Emilia-Romagna – lo sblocco del tetto delle assunzioni: mancano medici e infermieri. Occorre investire».

«Bisogna sempre di più riconoscere la centralità del tema salute all’interno della nostra società – afferma il presidente di CNA Emilia-Romagna Paolo Cavini – è un tema infatti di crescita e di sviluppo economico. Se la nostra regione è in grado di attirare investimenti, imprese e lavoro è perché può contare su una rete di coesione sociale forte, salda e solidale, che innerva tutte le comunità: una buona sanità, per tutti, è alla base di questo valore aggiunto che esprime l’Emilia-Romagna. E per questo è giusto che venga presidiato con forza e qualità da parte di CNA Pensionati. Per la Confederazione è stata una scelta vincente».

Sicuramente il Pnrr e la nuova legge di bilancio permetteranno investimenti che potrebbero contribuire significativamente al potenziamento del sistema sanitario regionale, ma ci sono alcune criticità che continuano a permanere e alcune che si sono aggiunte: da una parte, infatti, l’inflazione alza i costi dei servizi, dall’altra parte la carenza di personale, tra medici e infermieri, rende faticosa la sostenibilità delle prestazioni.

«In Emilia-Romagna nonostante tutte le difficoltà si sta procedendo in diverse direzioni per il riordino del sistema sanitario regionale. Stiamo puntando sulla riforma dei pronto soccorso: attualmente ne abbiamo 53. L’80% degli accessi si reca in venti strutture. Il totale degli accessi è 1.200.000 all’anno, ma è da tenere conto che c’è anche il 25-30% di medici in meno. Pertanto stiamo realizzando 55 Cau entro il 2024», spiega Donini.

I Centri di Assistenza Urgenza (Cau) sono stati concepiti per accogliere pazienti meno gravi (classificati come bianchi e verdi dal triage) al fine di alleviare la pressione sui pronto soccorso dei grandi ospedali urbani, dove si concentrano i casi più gravi. Proprio nei Cau i medici specializzandi giocheranno un ruolo chiave e rappresentano sia il presente che il futuro della sanità pubblica.

Si è poi posta l’attenzione sulle nuove esigenze di una popolazione sempre più anziana e in cui la cronicità delle patologie è la norma. Proprio la convivenza quotidiana con la malattia, che orami non è più l’eccezione ma la regola, richiede di pensare ai servizi in modo diverso. Servizi che devono essere pensati per essere accessibili anche a chi ha una ridotta mobilità o che non ce l’ha affatto. Serve una collaborazione più stretta tra professionisti e servono innovazioni per permettere alle persone di essere curate a casa propria.  Donini ha evidenziato, quindi, l’importanza cruciale della ricerca, dell’innovazione tecnologica e della telemedicina nel plasmare la sanità del futuro, soprattutto per rispondere alle esigenze degli anziani. Il potenziamento tecnologico è, infatti, uno strumento essenziale per garantire una connessione più stretta tra pazienti e operatori sanitari, consentendo un monitoraggio più efficace delle condizioni di salute, riducendo la necessità di spostamenti per visite mediche e migliorando l’accessibilità ai servizi sanitari.

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