La Rete Territoriale per la Ripartenza della provincia di Ravenna avrà il compito di accelerare la crescita economica del territorio

 

Nel 2021 la crescita dell’economia ravennate potrebbe risultare superiore alle previsioni di qualche mese fa (+5,4%) arrivando a toccare il 6,1%. Nella prima metà del prossimo anno, inoltre, la nostra provincia potrebbe recuperare i livelli di attività pre Covid secondo i dati Prometeia. Una crescita, quella dell’economia ravennate, simile a quella stimata per l’Emilia-Romagna (+6,2%) e superiore alla media italiana (recentemente rivista al +6%). Una boccata di ossigeno, dunque, dopo la brusca caduta del 2020 attestatasi, per Ravenna al -7,8% (-8,8% Emilia-Romagna, -8,9% Italia) a causa degli effetti generati dalla pandemia.

A trainare la ripartenza saranno le costruzioni (per le quali, nel corso del 2021, ci si aspetta una variazione positiva del +19,9%) ed il comparto industriale (+11,1%). La ripresa sarà più lenta per il terziario (+4,1%), con una maggiore sofferenza, in particolare, per turismo e pubblici esercizi. Tra i driver della ripresa, rileva la CCIAA, anche le esportazioni, che, nel 2021, dovrebbero crescere del +6,4%. Dal punto di vista del mercato del lavoro, nel 2020 il calo degli occupati ha toccato, nella nostra provincia, -5,4% (-2,9% in Emilia-Romagna, -2,8% in Italia). Nel 2021 la flessione dovrebbe assumere valori molto più moderati (-0,5%) e più contenuti rispetto all’ambito regionale e nazionale (rispettivamente -0,8% e -0,9%).

Siamo perfettamente consapevoli che la crescita registrata a tutti i livelli è anche figlia della forte caduta del PIL registrata l’anno scorso. Era dunque auspicabile che alla riapertura si accompagnasse una forte accelerazione delle attività, ma non era un dato scontato. La sfida che oggi abbiamo di fronte e che riguarda tutti – istituzioni nazionali e locali, associazioni datoriali e sindacati, imprese e lavoratori – è quella di riuscire a far sì che questa ripresa sia duratura e sostenibile. Per questo occorre velocizzare il programma di riforme e investimenti, per migliorare il tasso di crescita di lungo periodo dell’economia, partendo da un obiettivo primario: impedire che ci siano altre significative ondate di contagio. Perché se riusciremo a tenere sotto controllo la curva del contagio, potremo allentare ulteriormente le restrizioni che sono ancora in vigore tornando definitivamente alla normalità.

Fondamentali per il raggiungimento di questo traguardo sono gli strumenti per il contrasto alla pandemia: la campagna vaccinale e l’utilizzo del Green Pass. Ma oggi, purtroppo, ci sono altre incognite che pesano sullo scenario economico e sulle quali occorre vigilare attentamente: in primis l’aumento dei prezzi e la difficoltà delle forniture in alcuni settori. L’economia globale attraversa una fase di aumento dei prezzi, che riguarda anche i prodotti alimentari, i noli e tocca tutte le fasi del processo produttivo. Se questa fase di ripresa dell’inflazione dovesse rivelarsi duratura, sarà particolarmente importante incrementare il tasso di crescita della produttività, per evitare il rischio di perdita di competitività internazionale. Per le imprese risultano particolarmente importanti i rincari sui materiali da costruzione, sul gas e sull’energia e i problemi di approvvigionamento dei semiconduttori. Il Governo si è impegnato a ricercare soluzioni a questi problemi nel breve periodo e a disegnare strategie per ridurre le nostre vulnerabilità ma riteniamo che ci sia l’impellente necessità di ricorrere a provvedimenti strutturali, anche a livello europeo, per diversificare le fonti di energia e rafforzare il potere contrattuale dei Paesi acquirenti. Oggi occorre guardare oltre l’orizzonte congiunturale migliorando in modo sostanziale il tasso di crescita di lungo periodo del nostro Paese. In questi ultimi venti anni la produttività totale dei fattori da noi è diminuita di più del 4%, mentre in Germania è aumentata di oltre il 10% e in Francia di quasi il 7%. Il Piano Nazionale di ripresa e Resilienza (PNRR) include le trasformazioni e gli investimenti necessari per colmare questo divario, ma dovranno essere messi in campo progetti e attività in grado di incrementare i processi di innovazione, di favorire la transizione ambientale e quella digitale per portarci su un percorso di crescita inclusiva. Insieme, ovviamente, all’attuazione di quelle riforme che stiamo attendendo da troppi anni: pubblica amministrazione e burocrazia, fisco, giustizia civile e penale. Il PNRR rappresenta quindi il progetto decisivo per il futuro del nostro Paese. Dobbiamo però assicurarci che il denaro stanziato per gli investimenti sia speso con equità, onestà e lungimiranza. Senza dimenticare quell’obiettivo per noi primario di accompagnare costantemente le imprese in questa difficile transizione attraverso investimenti e misure ad hoc pensate soprattutto per le MPMI, il vero tessuto connettivo dei territori. Come CNA da sempre crediamo che la buona concertazione sia uno dei pilastri fondamentali per un rinnovato sviluppo, per questo abbiamo prima esaminato con attenzione e poi sostenuto la proposta di costituzione della Rete Territoriale per la Ripartenza della Provincia di Ravenna (RE.RI.RA.) che avrà il compito di accelerare il percorso di crescita economica su scala provinciale in riferimento alle risorse e ai progetti messi in campo dal PNRR e dal Patto per il Lavoro e il Clima dell’ER. In buona sostanza “mettere a terra” tutte le opportunità e i progetti che coinvolgeranno i nostri territori. Si tratta di una rete articolata promossa dalla Provincia e dai Comuni, e che coinvolgerà la CCIAA, le Associazioni imprenditoriali, i sindacati confederali, il segmento dell’istruzione e della formazione, l’Agenzia regionale del Lavoro. RE.RI.RA.  si strutturerà in tre ordini di tavoli di confronto, quello interistituzionale presieduto dal Presidente della Provincia, dalle rappresentanze dei Comuni e dell’Agenzia per il Lavoro; di concertazione che raggrupperà tutti i soggetti firmatari, pubblici e privati, e che dovrà sviluppare le tematiche di approfondimento e di orientamento su scala provinciale; infine, i cosiddetti tavoli tematici che riguarderanno le opportunità economiche, occupazionali e la dotazione infrastrutturale (che sarà coordinato dalla CCIAA), la salvaguardia occupazionale con il coordinamento dell’Agenzia regionale del Lavoro, inclusione e povertà, occupazione femminile e giovanile (coordinamento dell’Agenzia regionale del Lavoro), le competenze strategiche nell’ambito dei percorsi di studio.