CNA da tempo ha stigmatizzato il problema della mancata rivalutazione del De minimis, la norma europea in base alla quale un’impresa non può beneficiare di contributi pubblici per più di 200.000 euro nel triennio, lo aveva denunciato da tempo, portandolo all’attenzione della Parlamento Europeo. Un lavoro di sensibilizzazione che ha dato i risultati sperati: al 1° gennaio 2024, infatti, l’importo del De minimis salirà a 300.000 euro. La Commissione Europea ha, infatti, pubblicato il nuovo Regolamento de minimis (Reg. UE n. 2023/2831) che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2030.

La norma sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea nei prossimi giorni e consentirà alle aziende di aumentare le possibilità di utilizzo delle risorse legate ai finanziamenti di carattere nazionale, regionale e anche delle Camere di Commercio provinciali, po’ in tutti gli ambiti, dalla competitività all’innovazione, dalla internazionalizzazione alla formazione, sino al credito ed all’utilizzo del Fondo Centrale di Garanzia.

Il nuovo regolamento modifica le norme generali per gli aiuti di importo limitato (regolamento de minimis) ed  esenta gli aiuti di piccola entità dal controllo degli aiuti di Stato dell’UE in quanto ritenuti privi di impatto sulla concorrenza e sugli scambi nel mercato unico.

La principali modifiche adottate sono le seguenti:

  • L’aumento del massimale per impresa da 200.000 euro (in vigore dal 2008) a 300.000 euro in tre anni, per tenere conto dell’inflazione;
  • L’obbligo per gli Stati membri di registrare gli aiuti de minimis in un registro centrale istituito a livello nazionale o dell’UE a partire dal 1° gennaio 2026, che per l’Italia dovrebbe essere rappresentato dall’attuale RNA (Registro Nazionale degli Aiuti di Stato);
  • La previsione per gli intermediari finanziari di non dover trasferire più completamente i vantaggi ai beneficiari finali per gli aiuti sotto forma di prestiti e garanzie;
  • Il regolamento non si applica ai settori della produzione primaria (prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura).

Una notizia davvero positiva, insomma, anche perché ad erodere il valore reale del De minimis non è stata solo l’inflazione: ha contribuito consistentemente l’ampio ricorso delle banche alla garanzia dello Stato, anche per linee di credito di breve termine e addirittura per i leasing, in modo significativo, limitando di fatto questo plafond a molte imprese.