Il Decreto Aiuti Bis, tra le tante misure contro il caro prezzi, prevede la rivalutazione delle pensioni, un aumento del 2,2% dell’assegno che avrebbe dovuto essere operativo dal 1° gennaio 2023. L’articolo 20 del provvedimento anticipa così il meccanismo di perequazione che riequilibra le somme corrisposte al costo della vita, in base all’indice dei prezzi al consumo. Il costo totale della misura è pari a 1.965 milioni di euro. 

L’aumento del 2,2%, in realtà risulta dalla somma di due diversi adeguamenti, uno che riguarda il bilanciamento con i prezzi previsti nel 2023 (2%) e un altro “a conguaglio” (0,2%) rispetto all’adeguamento previsto nel 2020 per il 2021. Il primo è “un acconto provvisorio” fissato dal Governo in previsione dell’aumento dei prezzi in base alle indagini dell’Istat. Il secondo adeguamento è quello effettivo registrato nel 2021 rispetto a quello previsto in via provvisoria nel 2020 dall’Istat (l’inflazione definitiva nel 2021 è risultata pari a + 1,9% anziché dello 1,7% provvisoriamente applicato dall’Inps). In altre parole, la rivalutazione pari complessivamente al 2,2% comprende l’anticipo della rivalutazione delle pensioni pari al 2%. Si tratta di un “acconto” sulla prossima rivalutazione (prevista nel 2023) e il conguaglio per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 pari allo 0,2% (1,9% effettivo – 1,7% previsto). Questa differenza dello 0,2% doveva essere applicata come conguaglio a partire da gennaio 2023, ma il Decreto Aiuti Bis ha anticipato anch’essa al 1° ottobre.

Gli aumenti in pensione dovuti alla rivalutazione anticipata stabilita dal Decreto Aiuti Bis riguarderanno circa 22 milioni di italiani. Nello specifico l’aumento delle pensioni si applicherà a tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, dalle gestioni dei lavoratori autonomi, dalle gestioni sostitutive, esonerative, esclusive, integrative e aggiuntive, alle le pensioni dirette e a quelle ai superstiti, cioè la pensione di reversibilità e la pensione indiretta, indipendentemente dal fatto che esse siano integrate al trattamento minimo.

Mentre la rivalutazione a conguaglio dello 0,2% sarà applicata a tutti i trattamenti pensionistici, sulla rivalutazione anticipata di ottobre in acconto, è però necessario evidenziare che l’aumento sarà riconosciuto solo “qualora il trattamento pensionistico mensile sia complessivamente pari o inferiore all’importo di 2.692 euro”. Qualora il trattamento pensionistico complessivo sia superiore al predetto importo e inferiore a tale limite aumentato dell’incremento disciplinato dalla presente lettera l’incremento è comunque attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato. Ciò, infatti, è quanto si legge nell’articolo 21 del Decreto Aiuti Bis. Il conguaglio pari allo 0,2%, invece, spetterà a tutti. Questi criteri lasciano, però, fuori dall’aumento circa 1,95 milioni di pensionati.