Le città d’arte rappresentano un asset strategico per il turismo del nostro Paese e per Ravenna in particolare. È stato particolarmente pesante e doloroso perdere parzialmente, causa Covid, la grande opportunità delle celebrazioni dantesche: non a caso CNA ha già chiesto di rilanciarle ancora per un anno con una edizione OFF che sia capace di parlare al mondo e trasformi l’interesse in presenze nella città e nei territori danteschi.

Sappiamo bene come le attività turistiche nelle città d’arte abbiano pagato duramente la diffusione della pandemia, senza poter beneficiare della mini ripresa estiva dello scorso anno, quando molte località, soprattutto costiere, sono tornate fugacemente ad un accenno di normalità.

Occorre un piano nazionale, regionale e di destinazione che punti al rilancio futuro anche del mercato internazionale, definendo modi e forme dei famosi “certificati verdi”, perché questo turismo è decisivo per le città d’arte. E quando si potrà ripartire, la concorrenza sarà spietata: in Europa e nel mondo.

Oltre ai ragionamenti più globali e/o promozionali è il momento anche di arrivare con aiuti veri al mondo delle imprese turistiche: pensiamo a crediti d’imposta per il sostegno agli affitti degli immobili turistici e commerciali, al potenziamento del fondo di sostegno alle agenzie di viaggio e ai tour operator comprese le guide e gli accompagnatori turistici completando la procedura di ristoro alle imprese risultate liquidabili,  alla moratoria per il pagamento delle rate dei mutui in scadenza; alla valorizzazione del patrimonio immobiliare ricettivo turistico alberghiero ed extra-alberghiero -con l’impiego di forme incentivanti analoghe a quelle applicate nell’ambito delle ristrutturazioni dei privati -, agli incentivi per le imprese operanti nei centri storici delle città d’arte maggiormente colpite dalla crisi compreso l’esonero del pagamento della tassa di occupazione di spazi e di aree pubbliche per le imprese di pubblico esercizio (bar, ristoranti, pizzerie, stabilimenti balneari, gelaterie, piadinerie, ecc.).

Pensare globalmente e agire localmente. Oggi questo vale anche per le nostre città d’arte e per le destinazioni, i cammini, i percorsi che da qui partiranno per un turismo nuovo ma profondamente antico nell’anima.