CNA tra i sostenitori del documento sugli appalti proposto agli Amministratori Locali

 

Per il rilancio dell’economia nel settore edile, tutte le parti sociali (datoriali e sindacali) hanno condiviso un documento per proporre ai Sindaci della provincia di Ravenna appalti pubblici a “chilometro zero”.

Nel corso del 2021 molti Comuni appalteranno lavori pubblici di manutenzione e di realizzazione di opere che in molti casi non supereranno come importo il milione di euro; partendo da queste premesse si sono valutate alcune proposte per aprire un confronto con i Comuni per modificare i regolamenti dei bandi di gara per definire regole utili all’economia locale, alla buona e veloce esecuzione dei lavori, alla regolarità e legalità e al completo rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro per gli appalti di opere e lavori del settore edile nella fascia tra 150.000 € e 1.000.000 €. Il documento si inserisce nell’ambito del Protocollo Appalti siglato nel mese di giugno 2020 presso la Prefettura di Ravenna.

Troppo spesso assistiamo a ritardi, mancate conclusioni di opere o ricorsi anche su piccoli appalti, si chiede quindi, nel rispetto della normativa, maggiore attenzione verso l’imprenditoria locale per far sì che la spesa pubblica venga reinvestita sui territori stessi, auspicando che le Amministrazioni Pubbliche locali adottino criteri che non pregiudichino sia le imprese uscenti che quelle del territorio inserendo regole che individuino i criteri di invito e partecipazione alle gare d’appalto.

Nella selezione degli operatori per le gare d’appalto andrebbero valorizzati criteri che permettano la partecipazione delle imprese piccole o medie.

Un primo criterio di suddivisione potrebbe essere quello di individuare una ripartizione percentuale territoriale tra coloro che hanno inviato manifestazione di interesse. Una prima percentuale considerevole potrebbe utilizzare il criterio della sede legale in provincia di Ravenna e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile; una seconda percentuale più contenuta ad altre aziende con sede legale in Regione e/o l’iscrizione da almeno 6 mesi con regolarità nei versamenti alla Cassa Edile della provincia di appartenenza; infine una terza percentuale alle altre imprese del territorio nazionale.

Altri criteri da prendere in considerazione potrebbero essere:

  • La prossimità operativa dell’impresa dalla sede della stazione appaltante, e comunque entro distanze ritenute congrue con l’importo della gara;
  • L’obbligo di sopralluogo da parte di persona qualificata per la redazione dell’offerta e che sia in carico all’organico dell’impresa stessa;
  • La specializzazione dell’impresa nell’esecuzione di lavori pubblici analoghi a quelli oggetto di gara attraverso la valutazione della sua adeguatezza alla natura, tipologia e durata dei lavori.

In questo modo i criteri sarebbero chiari e inoppugnabili, si favorirebbe la partecipazione delle imprese del territorio senza snaturare i principi di concorrenza e rotazione, seguendo altresì le linee dettate dal Consiglio di Stato.